Rock 'n' roll graffiti

fumL’arte può essere tante cose. È mistero, è celebrazione della vita e delle sue bellezze, è fantasia, creatività, fuga dalla realtà. Ed è forse quest’ultimo aspetto che emerge osservando alcune delle opere esposte in città durante l’ultimo Middle East Now, il festival dell’arte mediorientale che si è da poco concluso.
Tanya Habjouqa, con la mostra fotografica Occupied Pleasures, esposta nei giorni del festival ad Aria Art Gallery, ritrae scene di vita “normale”, vissuta con leggera e quasi surreale rassegnazione tra le macerie dei territori palestinesi: donne che fanno yoga, bambini che si tuffano in una piscina di plastica, ragazzi che fanno parkour a Gaza… un paradosso per immagini che ci ricorda, come ciuffi d’erba che spuntano tra le crepe dell’asfalto, che la vita va sempre avanti, che è sempre più forte di tutto.
Così come colpiscono le immagini pop e colorate, piene di humor e di spunti di riflessione di Raphaelle Macaron, giovane artista libanese che ha invece esposto le sue opere allo IED di via Bufalini.
Il Libano: un paese dalla storia millenaria e complessa, crocevia di commerci ma anche teatro di sanguinari conflitti religiosi. La giovane artista è nata proprio nel 1990, alla fine di una delle guerre civili più lunghe (1975-1990) e drammatiche della storia moderna. È cresciuta in mezzo alle macerie fisiche e morali di una paese dilaniato, eppure il suo sguardo aperto e intelligente, timido, curioso e pieno di vita – che traspone anche nelle sue opere – è quello di una giovane ragazza che potrebbe essere cresciuta in qualsiasi altra parte del mondo, con gli stessi sogni e le stesse passioni. Una su tutte emerge nei suoi lavori: quella per il buon vecchio, sano rock ‘n’ roll, che ritorna come tema costante in tante sue opere. Ma Raphaelle non è un’appassionata qualsiasi: infatti una volta…
Come sei finita a suonare la batteria con il batterista dei Red Hot Chili Peppers Chad Smith ?
 «È una lunga storia: sono una fan di lunga data dei Red Hot Chili Peppers e avevo già fatto due viaggi per vederli suonare dal vivo. In una di queste occasioni, mentre facevo la fila per il concerto, ho avuto modo di incontrare Dave, il loro fotografo: un ragazzo molto cool. Lui raccontò alla band di questa ragazza libanese che viaggiava sempre per vederli dal vivo. Alla fine, sono passati da Beirut per uno spettacolo e grazie a lui ho avuto modo di conoscerli. Inutile dire quanto fossi felice… Quando ho detto a Chad che anche io ero una batterista mi propose: “Hey! Vuoi suonare prima dello spettacolo?” E lo abbiamo fatto! È stata l’esperienza più incredibile della mia vita: l’emozione di suonare con qualcuno che mi ha ispirato così tanto è stata davvero travolgente. E Chad è una persona davvero genuina e gentile, sono davvero grata di aver potuto condividere quel momento con lui».
Come è nata la tua passione per l’illustrazione e i fumetti?
«Disegno da quando ne ho memoria. Ho avuto la fortuna di crescere vicino a un’artista incredibile come mia zia Maya, che mi ha introdotto molto presto a questo mondo. Da lei ho capito che era possibile fare della mia arte anche un mestiere. I fumetti erano sempre in giro per casa mia: mia madre ne ha conservato una vecchia collezione, che quindi era sempre alla mia portata»…
Leggi l’intervista completa sul numero 12 di FUL.
DANIEL MEYER