Prato ha lenti ‘green’. Due grandi parchi che guardano al futuro

Prato punta alla riqualificazione urbana attraverso il ‘green’. Due grandi progetti – quello del Parco Centrale, che sorgerà nella zona del vecchio ospedale di Prato, e ‘Riversibility’ per il restyling e il potenziamento del Parco lungo Bisenzio – che rivoluzioneranno il modo di vivere e concepire la città, andando inoltre ad intervenire su aree periferiche a rischio degrado.

 
I due parchi si inseriscono in un grande macro-progetto che sta coinvolgendo la città a livello urbanistico che prevede la riqualificazione di diverse zone ai margini del centro storico: dall’area del Macrolotto 0, alla parte più a sud che comprende piazza Macelli e via Genova, alla zona a nord est di Palazzo Pacchiani, via Mazzini, piazza Mercatale ed il Bastione delle Forche, dove è prevista una grande azione di riqualificazione e potenziamento dei servizi grazie ai fondi del Prius (Piano delle Aree Periferiche).

Due grandi progetti ‘green’ completamente diversi, ma uniti da una logica comune, quella di mettere al centro lo spazio pubblico ed il verde piuttosto che il ‘costruito’, come ci sottolinea Valerio Barberis, assessore all’Urbanistica del Comune di Prato: “C’è una rivoluzione copernicana sul modo in cui stiamo agendo; non si costruisce prima e poi si progettano le aree verdi e lo spazio pubblico, ma si agisce esattamente al contrario, progettando prima i parchi e le aree pubbliche e poi gli edifici”.
Il progetto del Parco Centrale (7 milioni e mezzo di euro) andrà a recuperare la zona del vecchio ospedale di Prato costruito negli anni ’50-’60, i cui servizi sono stati trasferiti nella nuova struttura a Galciana. “La parte centrale dell’edificio sarà demolita, nel frattempo sta andando avanti il progetto definitivo; probabilmente entro l’estate ci sarà il progetto esecutivo del parco, seguirà l’appalto e dunque partiremo con la realizzazione” come sottolinea l’assessore Barberis. Il progetto, che interesserà un’area di 4 ettari, va a ricostruire quello che era un antichissimo orto urbano di proprietà della Misericordia Dolce di Prato, uno dei più antichi della Toscana ancora precedente a quello dell’Ospedale della Scala a Firenze.
“Ai progettisti è stato chiesto di rappresentare, attraverso questo luogo, Prato come città in trasformazione, proiettata al futuro e legata alla cultura contemporanea, alle arti, alla moda. Insomma un biglietto da visita per portare Prato nel mondo” sottolinea Barberis. E’ stata fatta una gara a livello internazionale in due fasi che ha visto il coinvolgimento di 230 partecipanti; tra i 10 finalisti è stato selezionato dalla giuria il progetto di Michel Desvigne per il parco e quello di Paolo Brescia e Tommaso Principi (OBR) per il padiglione centrale. “Quello che ha convinto la giuria è stato il fatto che nel progetto il parco sia immaginato come una grande infrastruttura molto flessibile pronta ad accogliere la creatività urbana e che sposi in pieno la richiesta dell’Amministrazione comunale di far vivere il parco tutto l’anno e a tutte le ore del giorno”.
Un giardino rinascimentale rivisitato in chiave decisamente ‘contemporanea’ e ‘futuristica’; un luogo per il benessere psicofisico ma anche culturale, di silenzio e di lettura, dove ci si rilassa e si passa del tempo insieme alla famiglia o con gli amici, che si ispira al modello dei grandi parchi europei. “Il progetto – come ci spiega l’assessore Barberis – parte dalle mura valorizzandole, introducendo tutta una serie di segni che riconcettualizzano la trama urbana di Prato attraverso siepi che creano degli spazi a sé stanti, che potranno essere utilizzati in contemporanea per più attività, prati, alberi, pavimenti, vasche ed opere d’arte disseminate lungo i vari percorsi. Parallelo alle mura del Cicognini è previsto un grande padiglione un po’ ‘miesiano’ molto trasparente dove ci saranno un ristorante, un bar, un art center nella forma di co-working e degli spazi polifunzionali. Dagli incontri fatti con i cittadini e con le associazioni, abbiamo capito che il progetto davvero funziona, perché poi tutti trovano un loro ruolo all’interno di questo luogo”.
Il Parco diventerà una vera e propria porta d’ingresso al centro storico per chi arriva dalla parte sud della città e sarà il perno portante della riqualificazione urbana dell’asse sud-ovest di Prato che va da piazza San Niccolò (già rinnovata) alla Campolmi, riallacciandosi ad ovest al progetto di riqualificazione urbana del Macrolotto 0 e a quello di tutta l’asse sud di via Genova e via Nenni, che si uniranno poi al futuro Parco del Soccorso, attraverso percorsi pedonali e ciclabili.

fase progettuale partecipata

Dalla parte opposta della città l’altro grande progetto ‘green’, Riversibility, che rientra nelle opere di riqualificazione urbana previste dal Prius di Renzi (investimento di 1 milione e 600mila euro), che andrà ad intervenire negli 8 km di passeggiata lungo Bisenzio. Quest’area già esiste come luogo di natura e biodiversità e come infrastruttura verde dotata di piste ciclabili dagli anni ’80, ma ad oggi non viene ancora vissuta nella sua integrità come un vero e proprio parco unitario. E’ qui che nasce il progetto ‘Riversibility’, voluto dall’Amministrazione con l’obiettivo di promuovere stili di vita sani e corretti (il progetto è infatti portato avanti in collaborazione con l’Usl 4 di Prato, Società della Salute e PIN polo universitario Pratese) e promuovere una nuova modalità di gestione del parco attraverso la partecipazione diretta delle associazioni del territorio e dei cittadini. Il Parco sarà così vissuto in ogni sua parte, divenendo un vero e proprio passante ‘green’ per gli spostamenti in città.

“Vogliamo ricondurre il percorso di 8 km, che va da Vaiano al confine con Campi Bisenzio, ad un unico parco che serva la città nel suo insieme (intorno al parco ci vivono circa dai 90mila ai 100mila abitanti) attraverso un’urbanistica della reversibilità che concettualizza l’esistente con dei piccolissimi interventi di ‘agopuntura urbana’, sul modello di Renzo Piano. Il percorso sarà dotato di piccole aree gioco e ‘stazioni di servizio’, container polifunzionali e removibili che dal punto di vista architettonico sono poco invasivi, quasi eterei, ma che hanno una grande valenza sociale perché saranno le stesse associazioni, gli istituti d’istruzione e formazione ed i cittadini a gestirle” – sottolinea l’assessore all’Urbanistica.
Sul Parco Fluviale l’Amministrazione sta infatti portando avanti un percorso dal basso attraverso degli incontri laboratoriali partecipativi condotti dall’agenzia di ricerche Simurg. L’Assessore Barberis tende a precisare come l’obiettivo sia quello difar divenire questi punti, nodi di una grande rete gestita in modo unitario, dove saranno proposti eventi che andranno a comporre un ricco calendario d’iniziative, così che le persone, spostandosi nelle varie ‘stazioni’, potranno vivere nella sua interezza il parco. Faremo una grande sperimentazione sulla gestione unitaria che erogherà i servizi, ci sarà un direttore ed un coordinamento che gestiranno unitariamente dall’alto le varie realtà, gli eventi, gli sponsor, la comunicazione”.
Due parchi che saranno a servizio dei pratesi e dell’intera area vasta, ma che serviranno soprattutto a sviluppare turismo, magari un turismo un po’ più di nicchia e colto legato all’ambiente e sensibile alla cultura e all’arte. “L’obiettivo – conclude l’assessore Barberis – è quello di fare in modo che questi siano luoghi dove passare un week end, ma anche ‘tappe’ del turista che da Firenze decide di visitare Prato”.
Francesca Nieri