Leggermente… libri

I libri saranno il mio mestiere: la scommessa di una giovane libraia indipendente nel quartiere isolotto che ha inaugurato un anno fa “Leggermente”.

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Inaugurata con la nuova gestione da poco più di un anno, nel cuore del quartiere Isolotto in Viale Talenti 97, si scopre una libreria indipendente del tutto fuori dai circuiti dell’editoria massificata. La proprietaria, Alessandra Raddi, è una giovane piena di passione e di voglia di fare e l’abbiamo incontrata per rivolgerle alcune domande.
Alessandra, che cosa ti ha spinto in un momento così particolare ad aprire una libreria?
Direi un misto di incoscienza e passione. Da sempre sono una lettrice accanita, soprattutto di fantascienza ma anche di altro. Ho iniziato a leggere prestissimo e non ho mai smesso. Dopo la Laurea in Lingue ho fatto un corso di editoria, il mondo dei libri mi ha sempre entusiasmato. Un giorno, quasi per caso, ho scoperto che il proprietario di questa libreria (che precedentemente faceva parte di una catena) stava cedendo l’attività… Io ero alla ricerca di un lavoro e ho pensato che potesse essere un’opportunità per realizzare i miei sogni. Ci ho pensato un po’ su e poi ho deciso di provare.
Com’è stato l’inserimento nella vita di quartiere?
Inizialmente ho affiancato l’ex proprietario per qualche mese, per fare pratica e conoscere un po’ i clienti abituali. Piano piano li abbiamo avvisati del passaggio di testimone da lui a me, così il percorso è stato abbastanza indolore. Spesso non è facile ambientarsi, guadagnarsi e mantenersi la fiducia dei clienti affezionati.leggermente_4
Perché? Quali difficoltà hai incontrato?
Per esempio, la gestione precedente era a marchio Gulliver quindi aveva modo di accedere a sconti e promozioni a cui io, in quanto indipendente, non ho possibilità di accesso. I clienti, però, questo non lo sanno e ancora vengono qui cercando lo scaffale dei libri a sconto e spesso sono delusi nel non trovarlo. Non hanno capito che, purtroppo, le cose per noi funzionano in maniera diversa.
Ci puoi spiegare meglio? Che differenza c’è tra una libreria di catena e una libreria indipendente?
La differenza sostanziale è che una libreria di catena, appartiene a un unico proprietario o a un’azienda (che possiede punti vendita in più di una città), è sempre uguale a se stessa e non lascia spazio ai gusti e alle intuizioni di chi ci lavora dentro. Ogni libro, così come tutti gli altri prodotti che consumiamo, attraversa una serie di passaggi che sono obbligatori. Qualche volta può accadere che una libreria contatti una casa editrice e si faccia spedire direttamente i libri dalla fonte; il più delle volte invece collabora con distributori e grossisti che, ricevendoli e immagazzinandoli al posto dei librai, vendono i volumi richiesti a ciascuna libreria. A differenza delle librerie di catena, quelle indipendenti hanno un proprietario che è una persona fisica e che spesso lavora da sola, in autonomia.
leggermente_6Quindi è diversa anche la figura del libraio?
Sì, perché il libraio per come lo intendo io è un vero e proprio «mestiere», più che una professione. Ti cuce il libro addosso, anticipa le tue richieste e cerca di seguire i tuoi gusti: un artigiano, più che un commerciante. Molto spesso, invece, nelle grandi librerie il libraio è considerato come un commesso che si occupa della disposizione dei libri e solo occasionalmente dà consigli e suggerimenti. Il libraio vecchio stile si documenta, legge i libri che gli sembrano più interessanti e li consiglia al lettore più adatto. È per questo che se un libro non è presente nel negozio, talvolta ci vogliono alcuni giorni per riceverlo. Senza contare i libri che escono fuori catalogo… Il libraio passa molto del suo tempo a documentarsi sulle novità, ma anche sui libri che escono del tutto dal mercato per poter fornire informazioni fresche e aggiornate.
C’è quindi una ricerca e una cura personale anche nella selezione dei titoli?
leggermente_1Ovviamente sì, anche se devo ammettere che è difficilissimo essere continuamente aggiornata su tutto. Escono circa 200 titoli a settimana e non è possibile valutarli tutti. Certe volte mi baso sul mio istinto, sulle recensioni e certe altre penso ai gusti dei miei clienti e faccio l’ordine in base a questo. Qualche volta mi capita di sopravvalutare o al contrario sottovalutare un autore, ma fa parte del gioco. Chiaramente punto sull’originalità, cerco di distinguermi rispetto agli altri, è questo il vantaggio/svantaggio dell’essere indipendenti.
Hai un rapporto personale con i tuoi clienti?
Con alcuni di loro direi di sì, soprattutto quelli che vengono più di frequente o che partecipano alle attività che organizziamo. Molti sono abituali, dato che questa è praticamente l’unica libreria del quartiere. Bisogna capire che, per alcune persone, i libri sono davvero importanti: sono pezzi della loro identità, parti di se stessi. Aiutarli a trovare un certo volume o consigliarli bene è per me una grandissima soddisfazione.
Attività? Quindi questa non è solo una libreria?
Principalmente è una libreria ma, proprio perché indipendente, cerco anche di proporre cose nuove e stimolanti come per esempio corsi di scrittura creativa, oppure presentazioni con gli autori. Abbiamo anche organizzato, insieme ad altri librai delle zone limitrofe, un mercatino per farci conoscere e per i prossimi mesi sto pensando a nuovi progetti e idee da realizzare.
Sembri molto soddisfatta del tuo lavoro. Lo sei?
Complessivamente direi di sì. È stata molto dura soprattutto all’inizio: ci sono tanti costi, spese e tasse da sostenere. Al libraio in fondo, tolte le spese e tutto quanto, resta circa un quarto del prezzo di copertina. Il valore del lavoro e del tempo spesi per farvi trovare il vostro libro preferito e impacchettarlo è tutto racchiuso nel prezzo di copertina. Ma ammetto che mi piace davvero molto e che non mi pento di aver provato, tra mille difficoltà, a realizzare i miei sogni.
Si dice che chi legge è un sognatore, sei d’accordo? 
Credo che leggere apra davvero la mente. Come è scritto sul soffitto della mia libreria: «Sono un grande viaggiatore, leggo molto». Leggere dà la possibilità di ampliare i propri orizzonti, scoprire nuovi mondi o ambientarsi meglio nel proprio. «Se leggo vivo sette vite» dice il manifesto che abbiamo appeso in vetrina, ma forse anche di più…
leggermente_2Tutti allora dovremmo leggere?
In teoria sì, in pratica è come sempre una questione di interessi personali. La lettura non è una medicina che deve essere somministrata ma un piacere che dovrebbe essere comunicato, insegnato, guidato, stimolato e ravvivato. In questo sta anche il compito di un buon libraio: accompagnare lettori presenti e futuri nei tanti mondi che popolano i libri, alla scoperta del piacere di leggere leggermente, per passione.
La passione dunque è il perno di una libreria indipendente: quella per i libri, per la lettura ma anche per il proprio mestiere e i propri sogni. •
Testo di Rita Barbieri, foto di FMC
 
ENGLISH VERSION>>>>
An interesting independent bookshop has been recently inaugurated in Viale Talenti 97 (Isolotto), its name is Leggermente. The owner, Alessandra Raddi, is a girl full of passion. We have met her to ask her some questions.
What has driven you to open a bookshop in such a particular time?
I would say a mix of recklessness and passion. I’ve always been a strong reader, mainly of sci-fi but not only. I started reading very soon and I’ve never stopped. After my degree in Foreign Languages, I followed a course in publishing. One day, unexpectedly, I discovered that the owner of this bookshop was going to sell the activity. I was looking for a job so I thought that this could be an opportunity to make my dreams come true.
How was the integration with the neighbourhood? 
At first I trailed the ex-owner in order to practice and to get to know the customers. Step by step we told them about the change, so it was not so hard. It’s true that you must conquer your customers’ trust, mainly of the habitual ones. On top of that, since I’m an independent bookshop, and not part of a chain like the previous owner, I can’t discount the books and that’s not easy to accept for the usual customers.
What’s the difference between a chain’s bookshop and an independent one?
The main difference is that the chain’s bookshop belongs to a single owner or a company, that has a featured style common to all the shops, there is no space for the individual tastes of the booksellers. The independent bookshops’ owner, instead, is always a physical person who works autonomously. 
So, is also the figure of the bookseller different?
Yes, it is. The bookseller is a real profession, more than a job. He is able to anticipate your requests and he tries to understand your tastes: he is a sort of artisan. Very often, on the contrary, in the big bookshops the bookseller is only a salesperson that orders books and rarely gives advices or opinions. The old-style bookseller employs a lot of time in documenting himself about the old titles, out of catalogue, as much as about the new ones.
What kind of activities do you organize?
Since it is an independent bookshop I try to propose new stimulating opportunities such as creative writing courses, or presentations of books with the authors. We have also organized a market with the other librarians of the zone in order to make people get to know us.
People say that readers are dreamers, do you agree?
I think that reading really opens your mind. As it is written in the ceiling of my library: «I am a great traveller, I read a lot». Reading gives you the chance to widen your horizons, discover new worlds or familiarize better with yours. «If I read I live seven lives», says the poster we have hung in the shop window, but maybe even more…
Therefore, shall we all read?
Theoretically speaking yes; in practice it’s always a matter of personal interest. Reading is not a medicine that must be given but a pleasure that should be communicated, taught, guided and stimulated. This is also the duty of a good bookseller: to accompany the present and future readers in the different worlds that are inside the books, towards the discovery of the pleasure of reading. •