Giulio Castelli

Storie di giovani fiorentini che vanno a vivere e lavorare all’estero e di giovani stranieri che approdano a Firenze e decidono di restare… è la nostra rubrica Un fiorentino all’estero /\ uno straniero a Firenze.

giulio-castelliMi chiamo Giulio Castelli, ho 27 anni e mi trovo in Sudan dove lavoro come ingegnere idraulico per l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Lavoriamo nelle regioni dell’Est (lo stato di Kassala e quello del Red Sea), cercando di costruire reti idrauliche e sistemi irrigui insieme alla popolazione e alle istituzioni locali. Le giornate sono molto varie, si passa dal lavoro d’ufficio a quello di campo, che comprende discussioni con la popolazione, rilievi, test sui pozzi, installazione di sistemi idrici e alcuni cantieri. Il confronto con le persone è spesso fondamentale per capire le problematiche economiche e soprattutto climatiche della zona. Il lavoro è entusiasmante e formativo, a tratti molto difficile per un ingegnere della mia età. Si riescono a capire, da una prospettiva diversa, problematiche globali di cui in Italia sentiamo solo parlare. Capendole e vivendole da qua forse riusciremo ad avere nuove soluzioni per affrontarle, anche se torneremo a lavorare in Italia o in Europa.
Cosa porteresti a Firenze dal Sudan?
La gentilezza e l’ospitalità delle persone. È raro vedere un sudanese comportarsi in modo scortese o in maniera disonesta, oppure arrabbiarsi. Molto spesso, nei negozi o sul posto di lavoro, viene offerto il tè o addirittura il pranzo (fatur) anche a degli sconosciuti.
Cosa porteresti in Sudan da Firenze?
Forse non è la cosa più scontata o caratteristica, ma: la pioggia. Qui piove pochissimo, e quando piove spesso le precipitazioni sono violente e causano danni e problemi alla popolazione. Il Sudan è arido e le temperature arrivano sopra i 45 gradi per buona parte dell’anno. Il clima del paese è cambiato negli ultimi 50- 60 anni. Il fenomeno del Climate Change, che in Europa viene discusso e messo in dubbio, qui è visibile ed è stato all’origine della desertificazione di vaste zone del paese, come quella che ha dato origine alla migrazione che ha generato la crisi del Darfour. Come ingegneri, ma soprattutto come cittadini, siamo e saremo responsabili delle scelte che possono invertire o peggiorare questa tendenza, a cui, solo con la Cooperazione Internazionale, forse non è possibile far fronte.
 
>>>>ENGLISH VERSION
My name is Giulio Castelli, I’m 27 and I’m working in Sudan as an hydraulic engineer for Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. We work in East part (the Kassala and Red Sea states) trying to build a water supply network together with the local institutions. We do many things during the day, working at the desk as well as on the field. Communication with local people is extremely important as we do need to understand the economic situation and climatic conditions of the area we work in.
What would you take to Florence from Sudan?
People’s kindness and hospitality. It’s very unusual to see a Sudanese being rude or dishonest and very common to be offered a tea or even an entire lunch (fatur) in shops or at work.
What would you take from Florence to Sudan?
I know it may sound ridiculous but: rain. It almost never rains here and when it does, rainfalls are extremely violent and cause problems. Sudan is very arid and for most part of the year the temperatures are over 45° Celsius degrees. The phenomenon of Climate Change is undeniable here and is the reason of the desertification of wide areas of the country, like the one which caused the massive migration from Darfour. •