Drusilla, la regina dei salotti

DRUSILLANERADi Drusilla ce n’è una. Ed è tagliente, ha un’ironia brillante, che fa rimanere in ascolto. La scorsa estate sul web è circolata la sua prima intervista, “Drusilla Foer. Venti minuti di lei”. E il fenomeno è nato. Qui la sofisticata diva d’antan si racconta senza segreti, algida ma sorridente, e con squisito umorismo. Lei è charmant, impegnata nel sociale, con conoscenze altolocate ed autorevoli. Icona di stile, ama la moda e la interpreta con carattere. Conserva memoria dei momenti magici trascorsi con Tina Turner e Gandhi. Adesso la troviamo nel canale di Repubblica TV, è stata ospite nella trasmissione “The Show Must Go Off” di Serena Dandini e in quella radiofonica “L’ora del Dragone” su Radio Insieme. Ha recitato nell’ultimo film di Ferzan Ozpeteck “Magnifica Presenza”.

Carissima Drusilla ben trovata. Un vero piacere poterla intervistare. La seguo da tempo, e può sembrar bizzarro, ma forse ancora non tutti la conoscono. Le mie parole possono essere ovvie. La prego, si presenti!

Sono una Signora molto grata alla vita per quello che le ha dato. Pochi rimpianti, qualche pentimento, molto amore, tanto impegno per meritarmi quello che ho.

 In questo numero sviluppiamo il tema dell’Immagine, ed è indubbio che si tratti di materia di sua pertinenza. Innanzitutto parliamo di tutto quello che nasce, cresce, gravita per la città. La nostra. Dica, Firenze la diverte?

Molti si lamentano di Firenze. Ma non esistono città noiose. Solo cittadini noiosi. Per non annoiarsi basta non pensarsi stanziali, almeno col pensiero. Firenze contiene delle realtà interessanti. Certo, se qualche fiorentino si scandalizza ad andare in un centro sociale per un concerto rock o si rifiuta di andare a EX3 perché non ci sono monografiche di Botticelli o Modigliani…beh questo è un problema di curiosità. In assenza della quale la noia è inevitabile.

Qual è il posto cittadino dove le piace rifugiarsi, che la ispira. O in cui ha vissuto storie di emozioni. Ci racconti un aneddoto sul suo luogo del cuore.

Il museo Marini Marini. Io ed una cara amica ci davamo un appuntamento al primo piano stavamo ore a chiacchierare affacciate alla balaustra, guardando le meravigliose opere di Marini.Una volta cominciammo a parlare di sesso pesantemente, non curandoci dell’acustica di quel luogo. Tutti i visitatori del museo seppero quanto in quel periodo eravamo, diciamo, esuberanti. Un custode venne a invitarci alla moderazione.

Controtendenza e rivoluzione. Sono parole che le appartengono. E con amore ho sentito che oltre ai salotti buoni, frequenta anche posti come il Next Emerson. Baudelaire scriveva “di un certo godimento sensuale che si prova a star con gli stravaganti”… mi vuol dire qualcosa, al riguardo?

Diffido della stravaganza che è spesso solo un atteggiamento comportamentale. Preferisco frequentare persone che amano qualcosa che, preferibilmente, non conosco. Tempo fa mi sono incantata ascoltando Prandelli che parlava di calcio, uno sport che in realtà detesto. Ma ne parlava con tale coinvolgimento che mi ha rapita. Quando dietro a qualsiasi cosa c’è amore bisogna darsi la chance dell’ascolto, sempre. Senza giudizio sociale, intellettuale, culturale. Solo così si è in grado di capire e quindi scegliere. Ad esempio, non si fidi di chi le dice che frequenta i salotti buoni. O almeno prima che lo dia per certo si dia la chance di parlarne con me. Non esistono salotti buoni , esistono solo case che si frequentano volentieri non necessariamente stando in salotto. Quando si ha qualcosa da dirsi, anche una cucina va bene.

Torniamo al nostro tema. Tra poco sì darà il via a Pitti Immagine. Manifestazione che la aggrada? 

Alla mia età si diventa pigri e intolleranti. Troppa gente e confusione. Ma seguo la moda. Mi interessa. E’ sempre specchio più sincero di una società.

Più icona di stile, Tina Turner o Gandhi?

Ambedue avevano dello stile perché ambedue sono persone autentiche, con una direzione creativa, morale che gli corrisponde. Ambedue hanno qualcosa da dirci. E noi gli crediamo. Questo fa di loro un’icona. L’icona è da sempre qualcosa in cui si crede. Dall’immagine di un santo a il volto della Callas. Non basta il nome “Madonna” per fare un’icona. Ci vuole un talento, un pensiero.

Oggi cos’è sopravvalutato nell’immagine di una donna?

Sopravvalutato non saprei. Ma mal valutato: non mi piace che sexy vuol dire spogliarsi. Anche quando non è il caso.

Oggi cos’è tabù? 

Tutto ciò che è guardato con giudizio e con rifiuto. Come diceva Pasolini, spesso chi ha giudizio è solo male informato. Se conosci una cosa a fondo la approvi o no. Non la rifiuti. In questo da sempre, la verità è il più grande tabù.

C’è una cosa che si sentirebbe di dire che andrebbe sempre evitata, sottoscrivendolo come certezza?

Mai parlare di sè in terza persona. Se un giorno mi sentisse dire “ Drusilla è una che non sa mentire”… ecco, certamente lo sto facendo.

MARTINA SCAPIGLIATI